Una notte ( non è un vezzo retorico, veramente è accaduto di notte ) dalle pagine di una “favilla” dannunziana si è affacciata la protagonista del primo saggio che intendo proporre tramite questo sito e mi ha intimato di seguirla attraverso le pagine di altre opere ( di d’Annunzio, Campana, Pavese e Montale ). Ho imparato a conoscerla e a riconoscerla nelle sue successive incarnazioni, sono stata costretta a descriverne l’essenza e l’azione con parole che sempre sembravano mancare il bersaglio di un millimetro, parole che probabilmente nessuno avrebbe mai avuto la voglia di leggere. Non l’ho seguita perché speravo in qualcosa di vantaggioso, utile e conveniente ma semplicemente perché dovevo farlo. Questo breve e forse stravagante saggio è il suo lascito e non poteva che intitolarsi Come la luce ovunque tocca l’ombra perché lei, come la melodia del fanciullo alcionio, concilia quelle che ai nostri occhi mortali sembrano opposizioni irriducibili.
 
As light wherever touches shadow
One night ( it isn’t a figure of speech, it really happened at night! ) from the pages of a D’Annunzio’s “favilla” ( spark ) appeared the protagonist of this essay and ordered me to follow her through the pages of other works ( of Gabriele D’Annunzio, Dino Campana, Cesare Pavese and Eugenio Montale ). I have learned to know her and recognize her consecutive incarnations, I have been obliged to describe her essence with words that always seemed to miss the target, words that probably no – one will read. I have followed her without the hope of finding something useful but only because I had to do it. This short and maybe queer essay is her legacy and the only suitable title is a quotation from D’Annunzio’s poem Il fanciullo ( little boy ) As light wherever touches shadow because her, like melody gushed from that little boy’s flageolet, conciliates those oppositions that our mortal eyes see as irreducible.